L’idea di coscienza in Henri Bergson

Nel corso dell’ultimo ritiro filosofico è stato esplorato il tema della coscienza in rapporto alle varie posizioni riduzionistiche. Nel corso del novecento filosofico una delle più eterogenee e scandalose formulazioni dell’idea di coscienza, in rapporto alla teoria epistemologica, è senz’altro quella bergsoniana. Per certi versi – e in maniera tutt’altro che esplicita – essa risuona anche in Heidegger ed è stata, ovviamente, il bersaglio polemico di tutta una generazione filosofica francese tra gli anni ‘30 e ‘40, che ha liquidato il bergsonismo a partire dalla convinzione fenomenologica che ogni coscienza è coscienza di qualcosa

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Un filosofo antico

L’eredità di un pensatore risiede nella visione anticipata delle cose o, più nello specifico, nella adattabilità che il pensiero deve avere rispetto al cambiare dei contesti. Si è eredi di un filosofo nella misura in cui si rintraccia una valenza – simbolica e non solo – del suo pensiero e lo si vive nella realtà contingente. 

I segni di vita che Federico Leoni (Università di Verona) ripercorre, descrivendo ciò che Henri Bergson ha lasciato al pensiero, viaggiano nel doppio senso di marcia sopra descritto. Henri Bergson, segni di vita (Feltrinelli) è infatti il volume che Leoni dedica al filosofo francese che prima di tutti e, forse più di tutti, si è riappropriato di uno sguardo greco nei confronti delle cose. Bergson è il filosofo del mutamento e del movimento, dell’intraducibile mouvant, pensatore di una nuova filosofia della natura che si sgancia definitivamente dalla rigidità del moderno.  Continue Reading

Che cosa sono analisi e sintesi?

In questa serie di articoli nei quali proviamo ad indagare filosoficamente il significato di alcuni termini di uso comune, non tanto per mostrarne l’errato utilizzo quanto piuttosto per arricchirne il senso e darne una lettura di più ampio respiro, abbiamo per forza avuto un approccio analitico in alcuni momenti. L’analisi, infatti, è uno dei versanti del processo gnoseologico che più comunemente si intende come il nostro processo gnoseologico. L’altro lato di questo promontorio è la sintesi. Analisi e sintesi, quindi, vanno a comporre una diade conoscitiva che per lo più intendiamo come lineare e collegata.

Nel tentativo di proporre una definizione: l’analisi è la scomposizione di un elemento che si vuole conoscere; la sintesi è la ricomposizione alla luce di ciò che si è inteso dello stesso elemento. L’osservazione analitica (lo si dice pure delle persone, dell’approccio che hanno nei confronti del modo di conoscere le cose) è orientata verso i punti che compongono le figure, mentre lo sguardo sintetico ci racconta di una “astrazione” che è riassemblaggio di parti suddivise.  Continue Reading

Ritornare dall’esilio

Non c’è peggior cosa che vedersi talmente piccoli da sentirsi schiacciati e inutili. L’eco-ansia, ad esempio, è una forma riconosciuta di immobilismo che porta nelle persone disturbi di carattere emotivo e relazionale, a causa della gigantesca portata distruttiva dei cambiamenti climatici. Più in generale, è una condizione umana tipica che nel nostro mondo globalizzato, sempre in vetrina e in una situazione di iper-informazione, può alimentarsi e crescere. All’interno di questa “bolla” i maggiori problemi, quelli che coinvolgono a vari gradi tutti gli strati sociali, sembrano insolubili. Il futuro non appare incerto, piuttosto assume la forma di una minaccia. 

La reazione a questa condizione è ciò che differenzia il nostro entrare in rapporto sia con le minacce (reali, inventate, sopravvalutate o sottovalutate che siano), sia con il nostro essere parti in causa di tali minacce. Sono due le vie praticabili: a) lavorare per una rivoluzione, quindi pensare di poter anestetizzare la caduta con il rovesciamento dei sistemi politici e culturali che hanno provocato la minaccia; b) riappropriarsi dei corpi e della loro situazionalità, restituendogli un dominio di azione. Questa seconda è la tesi di Miguel Benasayag e Bastien Cany che nel loro recente Corpi viventi. Pensare e agire contro la catastrofe (Benasayag-Cany 2022) provano a liberare la razionalità dell’individuo moderno dal proprio esilio, per tornare alla centralità del corpo non in quanto espressione singolare bensì come interfaccia con il vivente. 

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Plotino o il tempo come svolgimento dell’eterno

Il filosofo che nel modo più penetrante ha tentato di ricomporre la frattura tra essere e tempo è stato sicuramente Plotino. Questo perché egli è colui che meglio di tutti ha saputo contemperare le esigenze spirituali del mondo antico e di quello moderno. Bergson, nel suo corso al Collège de France sulla Storia dell’Idea di tempo, aveva colto nel segno nel momento in cui individuava nella dottrina di Plotino la prima teoria moderna sull’origine del tempo. Giudizio a sua volta derivato da Simplicio, il principale commentatore del filosofo greco vissuto nel III secolo d.C, il quale scrisse che Plotino era stato il primo filosofo a produrre la vera teoria del tempo. L’originalità, spiega Bergson, deriva dal carattere interamente psicologico della sua concezione secondo la quale, dove c’è tempo, c’è un’anima, una coscienza.  Continue Reading

Nelle cose l’avanzare degli eterni

È nel grandioso Commento alla Fisica di Aristotele di Simplicio che troviamo la traccia considerata più autentica del pensiero di Anassimandro. Nella traduzione di Giorgio Colli la sentenza suona così:

Le cose fuori da cui è il nascimento alle cose che sono, peraltro, sono quelle verso cui si sviluppa anche la rovina, secondo ciò che dev’essere: le cose che sono, difatti, subiscono l’una dall’altra punizione e vendetta per la loro ingiustizia, secondo il decreto del Tempo (Colli 1978, 155) Continue Reading

La scissione tra Essere e Tempo, peccato originale della filosofia

L’Occidente filosofico nasce da una rottura primordiale, quella tra essere e tempo. Parmenide, frammento 8: «L’Essere è ingenerato e imperituro, un intero nel suo insieme, immobile e senza fine. Né una volta era, né sarà, perché è ora insieme tutto quanto, uno, continuo». Se queste sono le parole che l’Eleate mette in bocca alla dea, viene allora rigettata la sapienza originaria riassunta nella frase di Pindaro secondo cui il tempo è padre di tutte le cose. Prima del parmenicidio, c’è il pindaricidio. Continue Reading

Che cos’è il virtuale?

Nello spot pubblicitario con cui Meta, la società di Mark Zuckenberg che ingloba tutte le sue piattaforme, compresa quella legata al progetto sul metaverso, si dice che quest’ultimo sarà utile anche alla realtà. «Il suo impatto – dice il claim finale – sarà reale». Lo sarà, sostiene la narrazione pubblicitaria, poiché un chirurgo potrà operare moltissime volte nel metaverso, prima di entrare fisicamente in sala operatoria; perché un gruppo di studenti potranno tornare al 32 a.c. e parlare con Marco Antonio. 

Come si vede già da questo tentativo di descrizione, i giochi linguistici che abbiamo dovuto attivare sono molteplici e l’ambiguità di alcune parole viene smorzata o, almeno, spostata da una parte invece che dall’altra, grazie a un termine che svolge il ruolo di àncora a tutto il discorso: reale. La definizione di reale/realtà è, infatti, così scontata e forte da non essere mai posta in dubbio. Ma in che rapporto si trova con il concetto di virtuale? E, più indietro, cos’è il virtuale? 

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L’Io dissolto e gli psichedelici

Il rinnovato interesse intorno agli psichedelici si deve in prima istanza a una legittimazione scientifica che ha depotenziato le più intransigenti posizioni nei loro confronti e nei confronti delle droghe in generale. Ma quel che più interessa a una rivista di filosofia del così detto rinascimento psichedelico, è il dibattito che questo nuovo approccio apre e, soprattutto, le indagini intorno alla mente generate dall’utilizzo delle sostanze psichedeliche. Infatti, se non si liquidano ingenuamente come vaneggiamenti gli stati della mente raggiunti e raccontati da chi ha fatto uso di LSD, psilocibina o altre sostanze simili, queste dimensioni consentono di ragionare su aspetti interessanti come il rapporto fra l’io e il mondo, l’interno e l’esterno, il flusso e la staticità degli stati di coscienza.  Continue Reading

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