La concretezza della metafisica

L’origine editoriale del termine metafisica (metà tà physiká, ovvero i libri di Aristotele che si trovavano dopo la Fisica) rappresenta da sempre anche una sfumatura che caratterizza e identifica quest’area di interesse della filosofia. Eppure, al giorno d’oggi, la metafisica non gode affatto di una stima nel discorso filosofico e sembra essere invisa ai più e dimenticata: nelle università, ad esempio, non ci sono cattedre di metafisica e pochissimi corsi la riguardano esplicitamente, se non nelle facoltà teologiche (e questo ci dice molto). La metafisica ha acquisito una certa familiarità con la mistica, con qualcosa di esoterico e che esce dal perimetro del discorso filosofico e, così facendo, essa si è eclissata, fin quasi a diventare qualcosa di laterale e indicibile. La metafisica è dunque nascosta, de-valorizzata, ritenuta una riflessione più vicina alla fede, ammantata di una certa oscurità. Continue Reading

Antropocene e antropocentrismo

Si è iniziato a parlare di Antropocene solo nel 1999. In quell’anno, a Città del Messico, ad un congresso sull’Olocene, il chimico dell’atmosfera Paul Crutzen, premio Nobel nel 1995, pronunciò per la prima volta il termine Antropocene. L’Olocene è ufficialmente l’epoca nella quale viviamo, un’era iniziata all’incirca 11.700 anni fa; l’Antropocene è invece la rapidissima evoluzione del nostro tempo geologico, rappresentata da un grado di variazione rispetto al recente passato così ampio da evidenziare una spaccatura radicale e profonda. Continue Reading

L’idea di coscienza in Henri Bergson

Nel corso dell’ultimo ritiro filosofico è stato esplorato il tema della coscienza in rapporto alle varie posizioni riduzionistiche. Nel corso del novecento filosofico una delle più eterogenee e scandalose formulazioni dell’idea di coscienza, in rapporto alla teoria epistemologica, è senz’altro quella bergsoniana. Per certi versi – e in maniera tutt’altro che esplicita – essa risuona anche in Heidegger ed è stata, ovviamente, il bersaglio polemico di tutta una generazione filosofica francese tra gli anni ‘30 e ‘40, che ha liquidato il bergsonismo a partire dalla convinzione fenomenologica che ogni coscienza è coscienza di qualcosa

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A spasso nella casa dell’eterno

Nella parte sud della città di Brescia un lungo viale avvolto da enormi tigli incrocia via Callegari. All’angolo, nella piccola palazzina che nasconde un giardino interno, c’è la casa nella quale ha vissuto Emanuele Severino. La porta che dà sulla via è protetta da un cancelletto nero. Suoniamo al campanello e qualche secondo dopo il portoncino si apre: Anna Severino, la figlia del filosofo, ci viene incontro e ci fa entrare in quella che è diventata il Centro Casa Severino, per volontà dei figli e dell’Associazione Studi Emanuele Severino (ASES) Continue Reading

Rawls è poco machiavellico

Come è possibile gestire un insieme eterogeneo di individui all’interno di un contesto sociale? Qual è lo strumento, la legittimazione, il mezzo, attraverso cui una autorità politica può (e deve) mantenere l’unità di una società? In ultima istanza: come si può conciliare la molteplicità degli individui con la necessaria unità della giustizia e dell’ordine sociale e politico?

Queste domande sono l’Anfang, il cominciamento, di ogni teoria filosofico-politica che voglia costruire un sistema teorico applicabile alla realtà sociale. Prima di porre queste domande, ogni teoria filosofico-politica deve descrivere la natura dell’uomo.L’opera e gli studi di John Rawls (1921-2002) hanno sostanzialmente tentato di rispondere a tali questioni. Continue Reading

Un filosofo antico

L’eredità di un pensatore risiede nella visione anticipata delle cose o, più nello specifico, nella adattabilità che il pensiero deve avere rispetto al cambiare dei contesti. Si è eredi di un filosofo nella misura in cui si rintraccia una valenza – simbolica e non solo – del suo pensiero e lo si vive nella realtà contingente. 

I segni di vita che Federico Leoni (Università di Verona) ripercorre, descrivendo ciò che Henri Bergson ha lasciato al pensiero, viaggiano nel doppio senso di marcia sopra descritto. Henri Bergson, segni di vita (Feltrinelli) è infatti il volume che Leoni dedica al filosofo francese che prima di tutti e, forse più di tutti, si è riappropriato di uno sguardo greco nei confronti delle cose. Bergson è il filosofo del mutamento e del movimento, dell’intraducibile mouvant, pensatore di una nuova filosofia della natura che si sgancia definitivamente dalla rigidità del moderno.  Continue Reading

Che cosa sono analisi e sintesi?

In questa serie di articoli nei quali proviamo ad indagare filosoficamente il significato di alcuni termini di uso comune, non tanto per mostrarne l’errato utilizzo quanto piuttosto per arricchirne il senso e darne una lettura di più ampio respiro, abbiamo per forza avuto un approccio analitico in alcuni momenti. L’analisi, infatti, è uno dei versanti del processo gnoseologico che più comunemente si intende come il nostro processo gnoseologico. L’altro lato di questo promontorio è la sintesi. Analisi e sintesi, quindi, vanno a comporre una diade conoscitiva che per lo più intendiamo come lineare e collegata.

Nel tentativo di proporre una definizione: l’analisi è la scomposizione di un elemento che si vuole conoscere; la sintesi è la ricomposizione alla luce di ciò che si è inteso dello stesso elemento. L’osservazione analitica (lo si dice pure delle persone, dell’approccio che hanno nei confronti del modo di conoscere le cose) è orientata verso i punti che compongono le figure, mentre lo sguardo sintetico ci racconta di una “astrazione” che è riassemblaggio di parti suddivise.  Continue Reading

Ritornare dall’esilio

Non c’è peggior cosa che vedersi talmente piccoli da sentirsi schiacciati e inutili. L’eco-ansia, ad esempio, è una forma riconosciuta di immobilismo che porta nelle persone disturbi di carattere emotivo e relazionale, a causa della gigantesca portata distruttiva dei cambiamenti climatici. Più in generale, è una condizione umana tipica che nel nostro mondo globalizzato, sempre in vetrina e in una situazione di iper-informazione, può alimentarsi e crescere. All’interno di questa “bolla” i maggiori problemi, quelli che coinvolgono a vari gradi tutti gli strati sociali, sembrano insolubili. Il futuro non appare incerto, piuttosto assume la forma di una minaccia. 

La reazione a questa condizione è ciò che differenzia il nostro entrare in rapporto sia con le minacce (reali, inventate, sopravvalutate o sottovalutate che siano), sia con il nostro essere parti in causa di tali minacce. Sono due le vie praticabili: a) lavorare per una rivoluzione, quindi pensare di poter anestetizzare la caduta con il rovesciamento dei sistemi politici e culturali che hanno provocato la minaccia; b) riappropriarsi dei corpi e della loro situazionalità, restituendogli un dominio di azione. Questa seconda è la tesi di Miguel Benasayag e Bastien Cany che nel loro recente Corpi viventi. Pensare e agire contro la catastrofe (Benasayag-Cany 2022) provano a liberare la razionalità dell’individuo moderno dal proprio esilio, per tornare alla centralità del corpo non in quanto espressione singolare bensì come interfaccia con il vivente. 

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Nelle cose l’avanzare degli eterni

È nel grandioso Commento alla Fisica di Aristotele di Simplicio che troviamo la traccia considerata più autentica del pensiero di Anassimandro. Nella traduzione di Giorgio Colli la sentenza suona così:

Le cose fuori da cui è il nascimento alle cose che sono, peraltro, sono quelle verso cui si sviluppa anche la rovina, secondo ciò che dev’essere: le cose che sono, difatti, subiscono l’una dall’altra punizione e vendetta per la loro ingiustizia, secondo il decreto del Tempo (Colli 1978, 155) Continue Reading

Che cos’è la sostenibilità?

Uno dei concetti più utilizzati nel dibattito odierno, soprattutto quello che intende commentare o valutare scelte e direzioni politiche (nel senso più ampio del termine), è quello di sostenibilità. Sempre più spesso è considerato “un tema centrale”, “una questione irrinunciabile”. Questo articolo non vuole minimamente sminuirne l’importanza, semmai approfondire quale schema c’è alle spalle di questo concetto e provare a offrire uno sguardo più aereo sulla tematica. Tale scavo ci permetterà forse di vedere il concetto di sostenibilità secondo un’ottica diversa, la quale non reitera alcuni dei problemi che le pratiche di sostenibilità intendono invece risolvere. 

Questo articolo, quindi, è una primissima bozza di una genealogia della sostenibilità; proveremo a rispondere a domande come: cos’è la sostenibilità? O meglio, cosa presupponiamo alla base di questo concetto? Su quale visione della natura, del mondo e dei rapporti che regolano forze ed enti naturali, ci appoggiamo nel momento in cui facciamo della sostenibilità un mantra delle nostre scelte?

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