La fisica del Novecento e la condizione antropologica (IV)

Questo articolo è frutto del lavoro congiunto di Alessandro Lattuada e Aldo Pisano  entrambi componenti della Redazione di Ritiri Filosofici. L’articolo è il quarto di una serie di contributi che intendono prendere ad esame il rapporto tra filosofia e fisica seguendo le tracce del lavoro del fisico Carlo Rovelli. Qui il primo articolo, qui il secondo, qui il terzo.

1.- Costanti e variabili
Nella quattordicesima puntata della quinta stagione di Lost, la celebre serie tv firmata Abrams e Lindelof, si assiste al dialogo il medico Jack Shephard e il fisico Daniel Faraday:

Daniel: «E poi finalmente ho avuto un’intuizione. Insomma avevo passato tanto tempo concentrandomi sulle costanti, da essermi dimenticato delle variabili. E sai quali sono le variabili in questa equazione, Jack?
Jack: «No!»
Daniel: «Siamo noi. Noi siamo le variabili: le persone. Noi pensiamo, ragioniamo, facciamo delle scelte, abbiamo il libero arbitrio. Noi possiamo cambiare il nostro destino.

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L’umano ai tempi dell’AI

L’evidente portato innovativo dell’Intelligenza Artificiale e dei suoi effetti obbliga la filosofia a procedere a un’indagine meticolosa e attenta. Questa indagine non può che condurre, di conseguenza, a una sorta di riconfigurazione e ridefinizione dell’umano che vive rapportandosi continuamente con le tecnologie e il cambiamento costante. 

È stata questa la considerazione dalla quale ha preso le mosse il XX Ritiro Filosofico, svoltosi sabato 12 e domenica 13 aprile 2025, per la prima volta a Campi di Norcia, ospiti dell’agriturismo Fonteantica. Il gruppo coordinato dalla professoressa Stefania Achella, infatti, composto dalla prof.ssa Anna Donise, dalla prof.ssa Marilena Anzalone e dal prof. Francesco Terenzio, è impegnato in un progetto di ricerca proprio su questi temi. Il confronto con una forma di intelligenza, come appunto l’intelligenza artificiale si definisce, e lo studio delle sue conseguenze pratiche, etiche e concettuali, conducono l’uomo come di fronte a uno specchio. Guardarsi all’esterno è uno stimolo necessario per mappare le caratteristiche dell’umano ai tempi dell’IA Continue Reading

La meccanica quantistica e il rapporto soggetto-oggetto (III)

Questo articolo è frutto del lavoro congiunto di Alessandro Lattuada e Aldo Pisano  entrambi componenti della Redazione di Ritiri Filosofici. L’articolo è il terzo di una serie di contributi che intendono prendere ad esame il rapporto tra filosofia e fisica seguendo le tracce del lavoro del fisico Carlo Rovelli. Qui il primo articolo, qui il secondo.

0. Riflettori che cadono: nulla imago sine perspectiva.

Il fotogramma è estrapolato dal film The Truman show e fa parte di una scena in cui avviene qualcosa di decisivo per l’intera trama. Il protagonista Truman (Jim Carrey) viene mano a mano ad accumulare una serie di indizi, per cui si rende conto di vivere in una realtà simulata in cui tutti sono attori di un grande show e di cui lui stesso è il protagonista. Ora, la vita di Truman è sotto l’obiettivo delle telecamere sin dal suo concepimento, per cui egli crede, grazie alla costruzione di un ambiente fittizio e di capacissimi attori, di essere nella sua ordinaria vita reale. Eppure, tutto inizia a vacillare proprio perché «la caduta dal cielo di un riflettore è un elemento inatteso e incongruo che insinua in Truman il dubbio sull’illusorietà del mondo nel quale egli vive» (Sani, 2016, 94).

Figura 1. Jim Carrey in una scena di The Truman show, di Peter Weir, 1998

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Il parricidio necessario: la meccanica quantistica tra epistemologia e antropologia (II)

Questo articolo è frutto del lavoro congiunto di Alessandro Lattuada e Aldo Pisano  entrambi componenti della Redazione di Ritiri Filosofici. L’articolo è il secondo di una serie di tre contributi che intendono prendere ad esame il rapporto tra filosofia e fisica seguendo le tracce del lavoro del fisico Carlo Rovelli.

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«La gravità può attraversare le dimensioni. Compreso il tempo».
Joseph Cooper, Interstellar, 2014

Natura facit saltus: contesto e profilo storico della meccanica quantistica
Riuscire ad esprimere con estrema linearità e chiarezza lo sviluppo della meccanica quantistica è di fatto un’impresa ardua. Fondamentalmente per due ordini di motivi: il primo è che essa segue uno sviluppo storico-cronologico di più di un quarto di secolo, in cui è coinvolta una buona parte dei grandi fisici e scienziati dei primi trent’anni del ‘900; il secondo motivo è che la meccanica quantistica rimane tutt’ora difficile da comprendere nei suoi processi fondamentali. Tale irrimediabile constatazione deriva dal fatto che, quando prese avvio lo studio delle particelle e quindi del mondo microscopico, il risultato fu quello di un sempre maggiore e successivo scandaglio delle componenti prime della realtà fisica, quindi della struttura stessa della materia. Da questi successivi e continui svisceramenti della struttura fisica del reale, tutt’ora in atto, si è tentato di derivare un formalismo matematico che potesse mettere insieme una teoria quantistica in uno strutturato sistema di leggi. Ciò non è stato possibile. Ancora oggi, più si va in profondità e più i meccanismi sfuggono, più si ricerca, più si assiste all’affermarsi del caso sulla necessità. Tuttavia, l’effetto sorprendente di tutto ciò è che, sebbene non esista un modo per sistematizzare in senso definitivo il comportamento delle particelle quantistiche, gli effetti pratici e tecnologici che da esse derivano sono paradossalmente funzionanti. In sintesi: la meccanica quantistica è una teoria che funziona, ma che ancora non si riesce a comprendere, e che tutt’oggi continua ad essere indagata, ridefinita in una vasta pletora di interpretazioni. Esistono dei naturali limiti storici e intellettuali nella possibilità di una ricostruzione complessiva della teoria, che spesso e volentieri si nutre delle biografie e degli scritti diretti di coloro che svilupparono la teoria agli inizi del ‘900 (Kumar 2010).

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XX Ritiro Filosofico: filosofia e AI

Questa settimana il nostro rituale articolo domenicale viene sostituito da una notizia che la Redazione di RF è felicissima di poter condividere cont tutti i suoi lettori: il XX Ritiro Filosofico si svolgerà il 12 e 13 aprile 2025. Per la prima volta il ritiro si svolgerà presso l’Agriturismo Fonte Antica, situato a Campi di Norcia (PG), all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Il ritiro è un’esperienza residenziale di condivisione e discussione filosofica che prevede soggiorno e pensione completa: due giorni nei quali riflettere e analizzare i temi prescelti. Per il XX Ritiro Filosofico il tema è il rapporto tra Filosofia e una delle maggiori innovazioni tecnologiche del momento (e del futuro), ovvero, l’AI, l’Intelligenza Artificiale.
Tutte le info sono nella pagina dedicata raggiungibile da qui o cliccando sull’immagine sotto.
 

Il parricidio necessario: fisica, filosofia ed epistemologia (I)

Questo articolo è frutto del lavoro congiunto di Aldo Pisano e Alessandro Lattuada, entrambi componenti della Redazione di Ritiri Filosofici. L’articolo è il primo di una serie di tre contributi che intendono prendere ad esame il rapporto tra filosofia e fisica seguendo le tracce del lavoro del fisico Carlo Rovelli.

La riflessione qui proposta tenta di esaminare i nessi e le concordanze esistenti fra la dialettica del pensiero scientifico, la sua evoluzione, e il pensiero inteso in senso strettamente filosofico, nell’attività critica di distruzione e costruzione di sistemi di certezze e dogmi. A partire dalle rivoluzioni attuate dalla fisica del Novecento e i cambi di paradigma da esso imposti (Kuhn 1962), l’analisi proposta investirà quattro ambiti: (a) epistemologia; (b) ontologia; (c) etica; (d) antropologia filosofica. A tale scopo, ci serviremo anche dell’attività divulgativa di Carlo Rovelli, da La rivoluzione di Anassimandro (2011) a Buchi Bianchi (2024). Continue Reading

La vergogna prometeica che trasforma l’uomo in macchina

Presentiamo ai nostri lettori, per la pausa estiva di agosto, cinque testi che ci aiuteranno a pensare e a ripensare il rapporto tra l’uomo e la macchina, l’intelligenza naturale e quella artificiale. Tutto ciò anche in preparazione del prossimo Ritiro Filosofico su Coscienza e Intelligenza Artificiale che si terrà in ottobre. Oggi presentiamo il quinto dei cinque contributi.

Buona lettura e buona estate a tutti!

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La vergogna prometeica che trasforma l’uomo in macchina
di Günter Anders, leggi qui.

 

 

L’uomo, una costruzione difettosa

Presentiamo ai nostri lettori, per la pausa estiva di agosto, cinque testi che ci aiuteranno a pensare e a ripensare il rapporto tra l’uomo e la macchina, l’intelligenza naturale e quella artificiale. Tutto ciò anche in preparazione del prossimo Ritiro Filosofico su Coscienza e Intelligenza Artificiale che si terrà in ottobre. Oggi presentiamo il quarto dei cinque contributi.

Buona lettura e buona estate a tutti!

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L’uomo, una costruzione difettosa
di Günter Anders, leggi qui.

 

 

La macchina e l’ingegnere

Presentiamo ai nostri lettori, per la pausa estiva di agosto, cinque testi che ci aiuteranno a pensare e a ripensare il rapporto tra l’uomo e la macchina, l’intelligenza naturale e quella artificiale. Tutto ciò anche in preparazione del prossimo Ritiro Filosofico su Coscienza e Intelligenza Artificiale che si terrà in ottobre. Oggi presentiamo il terzo dei cinque contributi.

Buona lettura e buona estate a tutti!

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La macchina e l’ingegnere
di Oswald Spengler, leggi qui.

 

 

L’uomo nell’età della tecnica

Presentiamo ai nostri lettori, per la pausa estiva di agosto, cinque testi che ci aiuteranno a pensare e a ripensare il rapporto tra l’uomo e la macchina, l’intelligenza naturale e quella artificiale. Tutto ciò anche in preparazione del prossimo Ritiro Filosofico su Coscienza e Intelligenza Artificiale che si terrà in ottobre. Oggi presentiamo il secondo dei cinque contributi.

Buona lettura e buona estate a tutti!

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L’uomo nell’età della tecnica
di Adriano Tilgher, leggi qui.

 

Foto di Mick De Paola su Unsplash

 

 

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