Coscienza trascendentale e verità oggettiva (III)

Per specificare ulteriormente la differenza che sussiste tra “oggettivo” e “oggettuale”, diremo che ciò che viene detto è solo il dato (l’oggetto) della comune esperienza, intrinsecamente vincolato al soggetto e tale da costituire, appunto, l’oggettuale. Solo la riduzione dell’oggettivo (della realtà in sé, cioè assoluta) all’oggettuale, pertanto, induce la convinzione che ciò che si dice sia la realtà in sé e non, invece, soltanto la realtà per noi.

Del resto, la stessa relazione tra coscienza e dato (oggetto) deve venire saputa, per venire detta, così che anche tale relazione tende a disporsi nel campo della coscienza, la quale viene ad essere sia termine della relazione sia la relazione stessa tra sé e il proprio oggetto.

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Verità, certezza e realtà oggettiva (II)

Abbiamo concluso il precedente articolo dicendo che tra il dire e l’intenzione del dire sussiste una divaricazione, che però non appare. Dico di me e intendo dire della cosa; dico di me dicente, ma intendo dire della cosa detta da me dicente.

L’apofansi “‘S è p’ è certo” dice che “io” sono certo di “S è p”, così che il suo oggetto non è “S è p”, ma il mio stato di certezza nei suoi confronti: si predica la certezza dell’apofansi e solo impropriamente del termine dell’apofansi in questione.

La certezza, infatti, concerne lo stato di colui che dice “S è p” e consiste appunto nell’espressione di costui sul proprio stato nei confronti di “S è p”.

Così, la dichiarazione della certezza è per sé stessa una riflessione: essa non è una conoscenza se non come un’attività della coscienza che riflette su sé medesima. Continue Reading

Che cosa sono analisi e sintesi?

In questa serie di articoli nei quali proviamo ad indagare filosoficamente il significato di alcuni termini di uso comune, non tanto per mostrarne l’errato utilizzo quanto piuttosto per arricchirne il senso e darne una lettura di più ampio respiro, abbiamo per forza avuto un approccio analitico in alcuni momenti. L’analisi, infatti, è uno dei versanti del processo gnoseologico che più comunemente si intende come il nostro processo gnoseologico. L’altro lato di questo promontorio è la sintesi. Analisi e sintesi, quindi, vanno a comporre una diade conoscitiva che per lo più intendiamo come lineare e collegata.

Nel tentativo di proporre una definizione: l’analisi è la scomposizione di un elemento che si vuole conoscere; la sintesi è la ricomposizione alla luce di ciò che si è inteso dello stesso elemento. L’osservazione analitica (lo si dice pure delle persone, dell’approccio che hanno nei confronti del modo di conoscere le cose) è orientata verso i punti che compongono le figure, mentre lo sguardo sintetico ci racconta di una “astrazione” che è riassemblaggio di parti suddivise.  Continue Reading