Indice, o dell’amore per la conoscenza

In una luminosa giornata del settembre 1675, Baruch Spinoza ricevette la lettera con la quale Albert Burgh, tardivamente rientrato nel cattolicesimo, gli chiedeva di dimostrare la correttezza delle tesi per le quali Spinoza era considerato, nella migliore delle ipotesi, eccentrico. Spinoza si limitò a rispondere laconicamente che «verum index sui et falsi» (Ep. 88), per far intendere al petulante corrispondente che la verità è unica guida dell’indagine, anche quando è essa stessa l’oggetto della ricerca.
L’indice come bussola e guida nel mare immenso della conoscenza non è dunque una novità né Google ha risolto definitivamente il problema. Mancava tuttavia una approfondita storia di questo strumento a volte trascurato. Con il suo ultimo libro Dennis Duncan, professore all’University College di Londra, ha colmato la lacuna in maniera eccellente, raccontando la storia dell’indice con piglio accattivante ed  incredibilmente privo di paludamenti accademici, nell’ottima traduzione italiana di Chiara Baffa.

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