L’Associazione Studi Emanuele Severino (ASES) ha organizzato a Brescia, città natale del filosofo, il 2-3 marzo 2018, un congresso per onorare la sua filosofia. Il congresso ha avuto il patrocinio tra gli altri del Senato della Repubblica, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Accademia dei Lincei, della Pontificia Universitas Lateranensis, dell’Università Cattolica, dell’Università degli Studi di Brescia, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dell’Università Vita-Salute San Raffaele. L’occasione, che ha dato lo spunto per organizzare l’incontro, è stata la ricorrenza dei sessant’anni dalla pubblicazione di “La struttura originaria”, l’opera fondamentale del filosofo bresciano. Per questo motivo il convegno è stato intitolato “All’alba dell’eternità. I primi 60 anni de ‘La struttura originaria’“.
Il congresso ha avuto inizio venerdì mattina nel Palazzo della Loggia, sede della giunta comunale di Brescia con i saluti delle Autorità, a partire dal sindaco della città, che ha ricordato la vicinanza che il filosofo ha sempre avuto con Brescia e con le istituzioni comunali. Nel pomeriggio si è spostato all’Università Cattolica, mentre sabato si è svolto all’Università Statale.
I lavori veri e propri sono stati aperti dalla professoressa Ines Testoni, vicepresidente dell’ASES, psicologa, che ha tenuto una relazione sul tema “La morte dinanzi all’alba dell’eternità”, nella quale ha ricordato come il senso della vita e della morte che emerge dagli scritti di Severino possa essere di fondamentale aiuto in psicoterapia, soprattutto nell’accompagnamento al fine vita.
La seconda relazione, dal titolo “Implicazione aurea. Le fondazioni primarie dell’eternità dell’essente”, è stata tenuta dal prof. Giulio Goggi, direttore scientifico dell’ASES. In essa sono state ripercorse le principali modalità con cui viene dimostrata l’eternità dell’essente.
Il convegno si è poi snodato in sessioni plenarie nelle quali hanno parlato i relatori più importanti ed in sessioni parallele, ove gli altri relatori hanno esposto le loro relazioni, suddivise in filosofia prima, filosofia della prassi e storia della filosofia. Gli atti del convegno con tutti gli interventi sono scaricabili dal sito della Padova University Press.
Due sono stati i momenti più significativi del congresso. Il primo è stata la conclusione della prima giornata: lì Severino ha dialogato con Biagio De Giovanni, accademico dei Lincei, professore emerito di Filosofia politica all’Università Orientale di Napoli, sul tema “Eternità, potenza, tecnica”.
De Giovanni ha esordito osservando che la dominazione tecnologica sia un evento che segna negativamente il destino dell’Europa, mentre Severino ha ricordato come la tecnica rappresenti l’esito più congruente della filosofia europea. Il filosofo napoletano ha poi domandato se l’avvento della tecnica sia un evento insuperabile e Severino ha risposto che sarà superato, ma che il suo superamento coinciderà con il superamento della stessa volontà di potenza che anima lo spirito occidentale. De Giovanni, ricordando la sua formazione attualista, ha osservato che la fine della volontà coincide nella filosofia di Gentile con la fine della vita stessa e che Gentile avrebbe definito la filosofia del maestro bresciano “nichilista”. Severino ha risposto che invece la morte è la condizione necessaria all’avvento della terra che salva e, mentre De Giovanni osservava che la storia è contraddizione perpetua ed insuperabile, Severino ha obiettato che la contraddizione della storia deve essere necessariamente oltrepassata.
Il secondo momento più significativo è stato la conclusione del congresso la seconda giornata con Graham Priest, professore emerito all’Università di New York, logico non classico, famoso esponente del dialeteismo. Priest ha esposto la logica dialeteista sostenitrice della tesi che esistano enunciati contraddittori (A e non-A) che sono entrambi veri, sottolineando come da tale affermazione non segua il trivialismo, cioè l’asserzione che ogni enunciato è al contempo sia vero che falso. Priest ha poi analizzato l’argomento di Aristotele e Severino a sostegno del principio di non contraddizione (PNC). Essi mostrano che il PNC non è suscettibile di dimostrazione, essendo un principio, ma la sua validità può essere mostrata mostrando che anche colui che lo rifiuta lo deve presupporre (elenchos). Priest sostiene che il ragionamento non è valido perché rappresenta una petizione di principio, cioè pone già alla base del ragionamento ciò che dovrebbe dimostrare. Si è poi tenuto il dialogo tra Priest e Severino. Il filosofo bresciano, invertendo i ruoli, ha domandato perché il PNC debba essere ritenuto valido. Priest ha risposto che la sua evidenza e la sua validità sono oggetto di discussione. Severino ha allora fatto notare che Priest assume nella sua teoria il PNC senza possedere una ragione autentica della sua validità e che quindi la stessa teoria di Priest non può avere validità assoluta, ma è fondata su un presupposto non adeguatamente giustificato. Priest ha risposto che assume quella teoria che gli pare essere più adeguata ad esplicare la realtà. Severino ha poi ripercorso il passo aristotelico cercando di mostrare perché non ritiene che in esso ci sia una petizione di principio. Il filosofo bresciano ha infine sostenuto che l’esistenza delle contraddizioni non depone a favore del dialeteismo, perché la presenza di una contraddizione non implica la verità del suo contenuto.
In conclusione, è stato un congresso molto bello, con tantissimi giovani e grande entusiasmo. Sul sito ases.psy.unipd.it saranno prestodisponibili le videoregistrazioni delle sessioni plenarie. L’ASES ha già in progetto un secondo congresso l’anno prossimo.